Erboristeria Madre Terra
ECHINACEA
L'Echinacea è una piante erbaceea perenne della famiglia delle Asteraceae (Compositae), originaria del Nord America, e che comprende nove specie alcune di interesse erboristico. Linneo il medico, botanico e naturalista svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, battezzò questo genere di pianta con il nome di Rudbeckia in omaggio a O. Rudbeck, botanico svedese del XVII sec. La Rudbeckia fu poi rinominato da Moench, nel 1794: Echinacea (dal greco echinos, riccio), questa curiosa denominazione in concreto si riferisce al fiore della pianta, che al centro presenta appunto una sorta di riccio formato da molte spinette di colore rosso scuro. Questo grosso disco centrale, dalla forma emisferica, è contornato da una corolla di lunghi petali affusolati dal colore che va dalle tonalità del bianco rosato a quelle più intense del rosa purpureo; il fiore dell’Echinacea assomiglia perciò, a grandi linee, ad una grossa margherita.
L'Echinacea non soffre particolarmente il clima, cresce infatti spontanea nel contiente nord americano sia nelle zone di pianura che ad alta quota (fino ad oltre 1500 m di altitudine), preferendo aree aperte e soleggiate, senza esigenze particolari di terreno, anche se ama suoli moderatamente fertili, ben drenati e tendenti al sabbioso, come quelli delle grandi praterie nordamericane.
L’apparato radicale della pianta è più o meno fascicolato, con radici singole di calibro differente. Le foglie sono allungate e strette (da cui deriva il nome della specie E. angustifolia) e ricoperte da peluria; i fusti sono leggermente rossastri e cavi e possono raggiungere il metro e mezzo di altezza; i bei fiori color porpora sono riuniti in capolini terminali. L'Echinacea fiorisce nei mesi di giugno-luglio.
Grazie al loro aspetto gradevole le Echinacee sono coltivate un po’ ovunque anche come piante ornamentali, in grado di abbellire giardini fioriti e balconi.
Si tratta però di piante che da tempo sono utilizzate dall’uomo soprattutto per via delle loro proprietà curative, il che rende l’Echinacea una pianta preziosa e ovunque apprezzata.
A questo genere appartengono come detto nove specie, ma solo tre di esse vengono utilizzate a scopi erboristici e fitoterapeutici:
Echinacea purpurea, Echinacea angustifolia ed Echinacea pallida.
L'echinacea angustifolia era impiegata dagli indiani del Sud Dakota per favorire la cicatrizzazione delle ferite e curare sifilide e morsi di serpenti. Alla luce degli studi scientifici del secolo scorso sugli estratti di echinacea angustifolia, è stata riconosciuta loro la capacità di inibire l'enzima ialuronidasi che degrada l'acido ialuronico nei suoi costituenti fondamentali. L'acido ialuronico che è un polisaccaride, rientra nella composizione del tessuto connettivo, di cui regola la permeabilità. Molti microrganismi patogeni, così come i veleni dei serpenti, delle api e degli scorpioni, contengono grosse quantità di ialuronidasi che facilita con la sua azione la penetrazione del veleno o del patogeno nei tessuti aggravando la situazione.
Ecco allora che l'echinacea, inattivando questo enzima, conferisce restenza meccanica all'epidermide, proteggendo l'organismo dai morsi dei serpenti (in una delle modalità d'impiego degli indiani d'America) e dall'ingresso di batteri, funghi e anche di alcuni virus.
Gli Amerindiani del Nord America usavano inoltre il rizoma dell'Echinacea per curare piaghe e affezioni varie della pelle, ferite da traumi, vaiolo, morbillo, parotite epidemica, artrite e preparazione di collutori.
Per uso esterno, il rizoma del genere Echinacea ha in effetti proprietà cicatrizzanti, antiinfettive e riepitelizzanti in quanto ha la capacità di velocizzare i processi cicatriziali a causa della sua capacità di stimolare i fibroblasti. Unita alle proprietà antinfiammatoria antisettiche decongestionanti è utile nel trattamento di ulcere, ferite infette, ustioni e dermatiti.
I popoli amerindiani dei Kiowa e dei Cheyenne impiegavano l’Echinacea per la cura di tosse e mal di gola, i Pawnee vi curavano le emicranie, mentre i Lakotah-Sioux la utilizzavano come analgesico. Secondo le credenze popolari, sembra che i Nativi Americani avessero appreso l’arte di utilizzare l’Echinacea angustifolia dalle alci che, quando malate o ferite, andavano alla ricerca e consumavano specificatamente questa pianta. È proprio per questo che l’Echinacea è anche conosciuta come Elk Root (“radice dell’alce”).
L'echinacea ha proprietà di resistenza alle infezioni. E si rivela essere particolarmente utile negli stati influenzali e nella prevenzione delle malattie da raffreddamento. L’Echinacea ha un effetto immunostimolante che si esplica aumentando l'attività delle cellule immunitarie che agiscono alle aggressioni degli agenti patogeni.
Ha attività antivirale, da una parte rallentando la penetrazione di alcuni virus nell'organismo e dall'altra stimolando, come detto, il sistema immunitario.
L'Echinacea è quindi utile sia nella prevenzione essendo un potente immunostimolante che potenzia le naturali difese immnunitarie incrementando l'attività dei macrofagi e dei globuli bianchi nella produzione di anticorpi, che nello stato acuto, quando serve combattere il raffreddamento rino-oro-faringeo, l'influenza, le aggressioni batteriche delle alte vie respiratorie.
Stimolando l'azione degli ormoni corticosurrenalici, l'echinacea esercita un blando effetto cortisone-simile che spiega le sue discrete proprietà antinfiammatorie ed antiartritiche.
Negli estratti di echinacea è presente una sostanza, l' 8-pentadecatiene, che sembra possedere, in vivo, un'azione antitumorale diretta. Tale proprietà verrebbe rinforzata dall'azione del fitocomplesso della pianta che sfrutta l'azione certa, immunostimolante, dell'echinacea.
Echinacea aungustifolia
Uno studio placebo controllato ed in doppio cieco offre una visione molto positiva, basata non sull’assunzione giornaliera di Echinacea come preventivo, ma sul modello dell’intervento precoce. (Brinkeborn et al. 1998). In questo studio svedese, 199 pazienti con raffreddore assunsero un estratto di Echinacea oppure un placebo ai primi segni di malattia. I medici giudicarono l’estratto di Echinacea efficace nel 68% dei casi, mentre il 78% dei pazienti la considerò efficace.
Fu utilizzato un estratto idroalcolico di E. purpurea fresca costituito per il 95% da parti aeree e per il 5% da radice. La dose era di due compresse tre volte al dì per otto giorni. Le compresse contenevano un dosaggio pari a circa 240 mg di Echinacea al giorno. I pazienti ed i medici concordarono nell’affermare che la preparazione portò chiaramente ad una notevole riduzione della sintomatologia clinica in confronto al placebo.
Un altro studio di un team svedese e tedesco di ricerca (Hoheisel et al., 1997) ha riportato dei risultati positivi relativamente all’uso di una preparazione a base di succo concentrato di Echinacea purpurea. Il 60% delle persone che assunsero l’Echinacea ai primi sintomi di raffreddore prevenirono lo sviluppo della malattia e il rimanente 40% guarirono velocemente.
In questo studio, anch’esso in doppio cieco e placebo controllato, 120 pazienti con sintomi iniziali di raffreddore assunsero 20 gocce della preparazione a base di Echinacea ogni due ore durante il primo giorno, e tre volte al giorno per i successivi 9 giorni.
Secondo la valutazione fornita dai pazienti stessi, i sintomi progredirono fino ad una completa malattia solo nel 40% dei soggetti appartenenti al gruppo trattato con Echinacea, rispetto al 60% del gruppo di controllo (placebo).
Inoltre, i soggetti che subirono la malattia nella sua completa evoluzione sintomatica guarirono il doppio più velocemente, cioè in una media di 4 giorni rispetto agli 8 giorni del gruppo di controllo.
Lo studio è stato effettuato su persone particolarmente suscettibili a malattie da raffreddamento, avendo tutti avuto almeno 3 infezioni respiratorie nei sei mesi precedenti.
Gli autori conclusero che la preparazione testata "rappresenta una terapia sicura ed efficace quando eseguita al primo insorgere di una sintomatologia da raffreddore comune".
L’ echinacea non è solo efficace nelle infezioni recidivanti delle vie respiratorie ma anche delle basse vie urinarie.
La composizione della radice d'echinacea è molto complessa. Sono state identificate numerose sostanze attive come l'echinacoside, che è un glucoside dotato di un marcato effetto antibiotico contro vari batteri, degli oli essenziali formati da più di 20 componenti ad azione immunostimolante. Sono presenti inoltre dei poliacetileni i quali esplicano un importante effetto battericida e fungicida.
Contiene inoltre acido ceffeinico, l’acido circorico che assieme al già citato echinacoside sono utilizzati tradizionalmente per i disturbi da raffreddamento.
Nell’Echinacea sono presenti sostanze aromatiche dette fenoli, che sono responsabili del colore dei fiori (antociani), conferiscono alla pianta proprietà astringenti (tannini) o ancora ne determinano il sapore (flavoni).
I fenoli tipici dell’Echinacea sono acido cicorico e acido caftarico (nell’Echinacea purpurea), mentre più abbondanti nell’Echinacea angustifolia sono gli echinacosidi. Altri componenti attivi nell’Echinacea sono alcuni tipi di polisaccaridi che svolgono un’azione antinfiammatoria, flavonoidi che agiscono come potenti ossidanti legandosi ai radicali liberi e rallentando i processi di invecchiamento cellulare, glicoproteine ad azione antibiotica, ed alchilammidi; in particolare questi ultimi sono tipici dell’Echinacea angustifolia e dell’Echinacea purpurea, e presentano anche secondo alcuni ricercatori un’interessante azione di inibizione delle necrosi tumorali.
Queste sostanze responsabili delle importanti funzioni curative dell’Echinacea non sono presenti in modo omogeneo all’interno della pianta.
Sembra che in particolar modo sia la radice a contenere la più efficace combinazione di questi principi attivi. Questo è stato confermato da uno studio pubblicato nel 2003 dal Journal of the American Medical Association, nel quale si dimostrava che i prodotti più efficaci nella cura dei raffreddori e dei sintomi influenzali erano quelli ricavati dalla sola radice, piuttosto che dalla pianta intera. Nella seguente meta-analisi si supportano le evidenze scientifiche dei benefici che l'echinacea dimostra nel fare diminuire l'incidenza e la durata del raffreddore non solo in prevenzione, ma soprattutto in fase acuta, ovvero a raffreddore già contratto e in corso: "Evaluation of echinacea for the prevention and treatment of the common cold: a meta-analysis" Shah SA1, Sander S, White CM, Rinaldi M, Coleman CI.
Echinacea purpurea
Riassumendo, la ricerca ha accertato tre impieghi fondamentali per l'Echinacea:
- prevenzione delle malattie da raffreddamento;
- cura di tali patologie nell'acuto;
- cicatrizzazione delle ferite
In California, oggi, si stanno inoltre studiando le possibili applicazioni dell’ echinacea contro l’AIDS.
NOVITA':
Aggiornamenti sui benefici di: Echinacea.
Recentemente una metanalisi pubblicata su "Advances in Therapy" indica che l'Echinacea è in grado di ridurre fortemente il rischio di infezioni respiratorie ricorrenti, e relative complicazioni. Inoltre un altro recente studio clinico ha rilevato che nel primo stadio dell'influenza, un preparato a base di Echinacea è efficace quanto l'antivirale Tamiflu.
REMIND:
L'Utilizzo. E' consigliato comunque fare cicli di almeno 10-15 giorni durante la stagione fredda seguiti da interruzioni per un periodo equivalente.
L'utilizzo dell'echinacea è sconsigliato a coloro che hanno subito un trapianto d'organo e in presenza di patologie autoimmuni (sclerosi multipla, lupus ecc.), in considerazione dell'attività di stimolazione del sistema immunitario dell'echinacea. Sconsigliata d'uffico (come moltissimi altri integratori o complementi alimentari) in caso in gravidanza ed allattamento, in assenza di dati sufficienti. Le ricerche sull'echinacea ne hanno dimostrato l'assenza di effetti collaterali significativi. Le interazioni dell'echinacea con i farmaci sono soprattutto da riferirsi agli immunosoppressori (corticosteroidi e la ciclosporina).
N.B. Tutte le indicazioni presenti nei testi sono da intendersi solo come suggerimenti generali tratti dalla vasta bibliografia erboristica e scientifica a disposizione, e dall'esperienza e tradizione della conoscenza, in materia.