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FICO

E' un albero di origini antichissime, proviene dai paesi mediorientali:Turchia, Siria, Arabia... Appartiene alla famiglia delle Moraceae, genere Ficus, specie: Ficus carica L.

Il Fico è presente in due forme botaniche che semplicisticamente possono essere definite come piante maschio e piante femmina, dato che la prima (pianta maschio, o caprifico) costituisce l'individuo che produce il polline con frutti non commestibili, mentre la seconda o fico vero (pianta femmina che produce frutti commestibili) produce i semi contenuti nei frutti.

La formazione del frutto (commestibile) può avvenire sia per partenocarpia che mediante fecondazione; in quest'ultimo caso la fecondazione, detta "caprificazione", è assicurata dall'imenottero Blastophaga psenes.

 Fico, amico buono dell'uomo...

Il fico comune è caratterizzato da un apparato radicale molto espanso e superficiale, tronco robusto, con corteccia liscia grigiastra, che può raggiungere gli 8 metri di altezza, rami deboli sui quali è meglio non avventurarsi se non con estrema cautela. Il Fico può raggiungere anche i 7-8 m d'altezza anche se in genere le specie presenti in Italia sono di dimensioni minori, ha foglie grandi a tre e cinque lobi, spesse e rugose.

Quello che comunemente viene ritenuto il frutto del fico è in realtà una grossa infruttescenza carnosa, piriforme, ricca di zuccheri a maturità, detta siconio di colore variabile dal verde al rossiccio fino al bluastro-violaceo, cava, all'interno della quale sono racchiusi i fiori unisessuali, piccolissimi; una piccola apertura apicale, detta ostiolo, consente l'entrata degli imenotteri pronubi; i veri frutti, che si sviluppano all'interno dell'infiorescenza, (che diventa perciò una infruttescenza) sono numerosissimi piccoli acheni. La polpa che circonda i piccoli acheni è succulenta e dolce, e costituisce la parte commestibile. Alcune varietà di fico producono due tipi di "frutti" (si chiamano in realtà: "siconi"), i primi si raccolgono a maggio giugno e vengono chiamati fichi "fioroni", sono generalmente di grossa pezzatura e un po' meno dolci al gusto, mentre la seconda produzione, detti "fichi veri", si raccolgono ad agosto-settembre e sono di pezzatura inferiore rispetto ai fioroni, ma generalmente più concentrati in tenore zuccherino. Le piante che producono frutti due volte l'anno sono chiamate "bifere", mentre quelle che producono una sola volta l'anno sono chiamate "unifere".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Il Fico è semplice da coltivare, non ha particolari esigenze, a parte la sensibilità alle temperature troppo basse, infatti, a circa 8-10 gradi sotto zero, può morire l'intera pianta, specie se giovane. Il Fico predilige i terreni sassosi e calcarei, mentre soffre quelli argillosi ed eccessivamente umidi, mentre necessita di essere esposto ai raggi diretti del sole, teme la grandine. E' una pianta che però non ha particolari esigenze, è sufficiente intervenire anche ed eventualmente con abbondanti concimazioni organiche, letame maturo e stallatico, verso la fine dell'inverno. La coltivazione del fico si è sviluppata in diverse zone del pianeta, ma naturalmente in maniera significativa solo nei distretti climatici analoghi all'ambiente mediterraneo, caldo ed arido. Nel bacino del Mediterraneo oltre all'Italia abbiamo importanti coltivazioni in Turchia, Grecia, Algeria, Spagna, Libia, Marocco, Egitto, Palestina, Francia; altri paesi di notevole importanza produttiva sono: Portogallo, Siria, Russia, Arabia, India, Giappone, California, Argentina, Australia e molti altri. Le varietà di fico coltivate sono innumerevoli con colori, forme e sapori diversi, ancora una volta si comprende l'importanza fondamentale della biodiversità.

 

I FICHI SON DAVVERO... FICHI !

I frutti freschi del fico, assunti in quantità, hanno un effetto lassativo a differenza dei fichi d'india che hanno proprietà astringenti in quanto ricchi di tannini; I fichi sono frutti altamente energetici: forniscono, infatti, 47 Kcal per 100 grammi di prodotto. L'acqua ne costituisce l'82% in peso. Nel fico si annovera un cospicuo contenuto di carboidrati (11%), circa il 2% di fibre, l'1% di proteine e pochissimi grassi (0,2%). I fichi sono un concentrato di sali minerali, in particolare potassio, magnesio e ferro, ma anche le vitamine antiossidanti rivestono un ruolo importante.

 

Mentre i frutti essiccati risultano essere ricchi di vitamine A e B, proteine, zuccheri, e sali minerali (potassio, magnesio, calcio) e hanno proprietà emollienti, espettoranti e lassative.

Oltre a consumare i frutti freschi o essiccati, il lattice di foglie e rametti di fico è stato usato in passato per far cagliare il latte, nella produzione di formaggi artigianali.

 Fichi essicati alla maniera tradizionale

"Generalmente, i contadini usano un sistema tradizionale naturale di preparazione dei fichi secchi che non prevede il trattamento con altre sostanze per garantirne la conservazione. I fichi vengono esposti al sole così come raccolti, su graticci o tavole di legno; spesso si coprono con reticelle bianche per evitare il contatto con mosche e altri insetti; le grate e le tavole con sopra i fichi vengono ritirate e messe al coperto sotto una tettoia, ogni sera o in caso di pioggia, ciò per evitare che la pioggia o la rugiada notturna bagnino i fichi allungando il periodo di essiccazione; i fichi vengono riesposti al sole il mattino seguente.

Talvolta il fico viene aperto apre in due metà dal lato del peduncolo per favorirne l'essiccazione e ottenere le cosiddette coppie, che non sono altro che due mezzi fichi secchi uniti. Quando i fichi sono appassiti del tutto e hanno perduto la loro umidità diventando dolcissimi, vengono passati al forno a legna non troppo caldo, disposti su graticci fatti con canne o con polloni di ulivo coperti con foglie fresche di fico; appena il colore dei fichi diventa dorato, si tolgono dal forno e si conservano in madie di legno, per essere consumati durante l'inverno.

Se tutte le procedure sono state eseguite correttamente i fichi si conservano perfettamente fino a primavera, lasciando col tempo apparire in superficie una patina bianca zuccherina e diventando morbidi e succulenti.

Talvolta, si mettono nel forno, insieme ai fichi, anche foglie di alloro e semi di finocchietto selvatico affinché il fico venga aromatizzato col profumo di tali piante. Le "coppie" di fichi, prima di essere infornate, possono essere farcite con mandorle, gherigli di noci, bucce d'arancia, ecc. I fichi secchi, singoli o in "coppie" (farcite o meno), possono anche essere impilati (c.d. fichi impaccati), a mo' di spiedini, in stecchi secchi (o coppie di stecchi) di Ampelodesmos mauritanicus, sui versanti tirrenici d'Italia su cui questa pianta estende il suo areale."

Proprietà terapeutiche

Il fico non è solamente un frutto squisito e succulento: il suo impiego è da sempre utilizzato anche in ambito fitoterapico per le molteplici virtù terapeutiche. Il Fico è stato tradizionalmente sempre utilizzato come rimedio emolliente, digestivo, lassativo. Il primo impiego terapeutico si deve al profeta Isaia che applicò un cataplasma di fichi sulle ulcere di Re Ezechiele. Platone consigliava i fichi ai filosofi per "rinvigorire l'intelligenza", e oggi sappiamo che questi frutti combattono efficacemente l'astenia nervosa.
Dioscoride impiegava il decotto di fichi come gargarismo nelle angine e in cataplasma in caso di ascessi, foruncolosi e paterecci per accelerare la maturazione del pus e quindi la guarigione.
Il decotto di fichi è un buon emoliente e sedativo della tosse.

Nel passato si prescrivevano alle donne gravide qualche giorno prima del parto, per renderlo più rapido e facile.
- II lattice e l'infuso di foglie furono impiegati tanto per via interna (amenorrea, gotta) che per via esterna (dermatosi, lebbra, punture di insetti, di scorpioni e morsi di animali, per estirpare porri, calli, verruche; per schiarire le efelidi e per annerire i capelli).
- Riassumendo, per le sostanze contenute i fichi risulatano quindi avere proprietà:
emollienti ed espettoranti; bechiche in quanto utilizzati anche per alleviare la tosse persistente; lassative (per il contenuto di fibre).

Hanno proprietà emmenagoghe le foglie e i frutti; mentre secondo la tradizione popolare il lattice ha proprietà cheratolitiche in quanto la sua applicazione direttamente sulla pelle, punta dall'insetto, attenua il dolore.
Nelle usanze popolari i il lattice che sgorga dai tagli dei frutti immaturi, parti verdi e giovani rametti e che contiene amilasi e proteasi, veniva applicato per uso esterno, per agire sui calli e verruchea causa dell’azione caustica e proteolitica; tuttavia va usato con cautela: è ustionante ed irritante per la pelle.
Sempre nella tradizione popolare le foglie del fico raccolte in primavera ed essicate venivano utilizzate per le loro proprietà emmenagoghe, antinfiammatorie, espettoranti e digestive; tuttavia la presenza di fucomarine nelle foglie può creare problemi, con fenomeni di fotosensibilizzazione per contatto con la pelle.

GEMMODERIVATO DI FICO

I GEMMODERIVATI, conosciuti anche come Macerati glicerinati (MG) o Meristemoderivati, sono macerazioni idrogliceroalcoliche ottenute da giovani tessuti vegetali allo stadio iniziale di sviluppo, raccolti allo stato spontaneo in territori ecologicamente non degradati o provenienti da coltivazioni biologiche. Le parti utilizzate possono essere a seconda delle piante: gemme (in grande prevalenza), radichette, germogli, linfa; appena prelevate vengono accuratamente controllate e avviate alla fase di estrazione con una solvente acqua, alcol, glicerina.

Il fitoderivato ottenuto contiene tutti i principi attivi caratteristici dei meristemi ed esplica nel modo più efficace le loro complesse attività salutistiche. 

Le Gemme fresche di Ficus carica L. Hanno sostanzialmente la proprietà di regolarizza la motilita’ e la secrezione gastroduodenale, soprattutto in soggetti con reazioni psicosomatiche a livello gastrointestinale. Le gemme di Ficus Carica riducono la pirosi e la dipsepsia nelle gastriti e nelle ulcere duodenali.

Questa attività gemmoterapeutica è da attribuirsi fra le altre, agli enzimi digestivi contenuti.

Uno dei massimi esperti italiani di gemmoterapia, insieme al Dott. Rossi, è senza dubbio Fernando Piterà, Medico Chirurgo -Docente in Omeopatia, Fitoterapia e Bioterapie presso il Corso di perfezionamento in medicine non convenzionali e tecniche complementari - Università degli Studi di Milano.
IL Professor Piterà consiglia Ficus carica L. gemme nelle turbe gastrointestinali poichè ha un "tropismo elettivo per stomaco e duodeno. Normalizza la secrezione del succo gastrico ed esercita un'azione cicatrizzante sulle mucose. Agisce sulle distonie neurovegetative regolarizzando motilità e secrezione gastroduodenale. Indicato nella disfagia esofagea, nelle gastroduodeniti e ulcere gastroduodenali, nelle turbe dispeptiche funzionali gastro-duodeno-coliche, nel meteorismo, aerofagia e nel colon irritabile."

Per le Turbe intestinali, il Professor Piterà consiglia sempre l'estratto meristematico di Ficus carica L., ma sotto forma di giovani radici.
Le radichette di Fico appunto, "pur avendo un tropismo simile a quello delle gemme sono più indicate per ristabilire una fisiologica peristalsi intestinale. Agiscono sull'interfaccia epiteliale dell'intestino regolarizzando il rapporto che si instaura tra la flora batterica intestinale e le pareti intestinali. Sono indicate nella costipazione da inerzia intestinale con tendenza a formare fecalomi e nella stitichezza ostinata da turbe neurovegetative. Favoriscono il ristabilirsi di un equilibrato rapporto tra funzioni percettive e di funzionalità motoria viscerale. Negli stati distonici del colon è utile l'associazione con Vaccinium vitis idaea gemme (Mirtillo rosso) che è un ottimo regolarizzante della funzionalità intestinale deve essere prescritto ogni volta che il transito intestinale è perturbato in senso "iper" (per le sindromi diarroiche) e in senso "ipo" (nella costipazione), dopo aver escluso un'eventuale eziologia organica di questi disturbi. Rimedio del colon irritabile, del meteorismo e delle alterazioni dell'alvo."

 

 

 

 

 

 

 

N.B. Tutte le indicazioni presenti nei testi sono da intendersi solo come suggerimenti generali tratti dalla vasta bibliografia erboristica e scientifica a disposizione, e dall'esperienza e tradizione della conoscenza, in materia.

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