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NOCE

Il noce (Juglans regia L.) della famiglia botanica delle Juglandaceae è un albero vigoroso e caratterizzato da un tronco solido, alto, dritto e con un portamento maestoso e presenta radici robuste, inizialmente fittonanti e a maturità espanse e molto superficiali. Può raggiungere i 30 metri di altezza. E' una pianta originaria dell'Asia (pendici dell'Himalaya), e fu introdotta in Europa in epoca antichissima specialmente per i suoi frutti eduli, ma il noce può essere coltivato anche per la produzione di legno, molto pregiato. Le foglie dell'albero di noce si caratterizzano per essere caduche e alterne e, nella maggior parte dei casi, sono formate da un numero di foglie compreso tra 5 e 11. Il noce è pianta monoica con fiori diclini, cioè i sessi sono distinti, ma presenti nello stesso individuo. Fiorisce da aprile a maggio. Il frutto dell'albero di noce è rappresentato da una drupa, che si può considerare formata da un esocarpo carnoso e anche piuttosto fibroso, mentre nel momento in cui viene a maturazione giunge ad una colorazione nerastra che tende a separarsi e libera l'endocarpo legnoso, cioè la noce vera e propria, costituita da due valve che racchiudono il delizioso e ricco gheriglio. Il noce è una pianta che, non vuole gli eccessi di calore o di gelo e può subire qualche ripercussione anche in seguito a forti sbalzi climatici, al noce “piacciono” invece tutte quelle zone che sono caratterizzate da un clima mite e non eccessivamente umido, ama e cresce meglio in particolare nella media collina, meglio se al riparo dai venti.

La Noce, il frutto

Le noci sono un alimento altamente energetico poiché contengono elevate quantità di lipidi, gran parte dei quali polinsaturi. In particolare la noce è piuttosto ricca di acido alfa-linoleico omega 3. A questo tipo di grassi viene attribuita la proprietà di diminuire il colesterolo cattivo (LDL) ed i trigliceridi.

Inoltre, essendo ricche di antiossidanti le noci possono aiutare a ridurre lo stress ossidativo e a contrastare l'invecchiamento cutaneo e cellulare.

Anche le proteine in essa contenute nascondono proprietà terapeutiche. Infatti sono particolarmente ricche di un amminoacido, l'arginina che viene trasformato dalle cellule della parete vasale in nitrossido, una sostanza in grado di prevenire e contrastare i fenomeni dell'arteriosclerosi.

Sono inoltre ricche di sali minerali (rame, zinco, ferro e fosforo), vitamine del gruppo B e vitamina E.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Secondo quanto affermato dai ricercatori americani del Marshall University School of Medicine il contenuto di antiossidanti nelle noci sarebbe un buon preventivo contro il cancro al seno. Sebbene siano molto caloriche, grazie al buon contenuto di acidi grassi omega-3, le noci sono un salutare alimento dalle molteplici qualità. Gli antiossidanti controllano la produzione di radicali liberi, svolgono un’azione protettiva da malattie cardiovascolari e tumori.
Ad oggi, le prove scientifiche per poter affermare con certezza che mangiando noci si previene il cancro al seno sono ancora insufficienti. Nonostante i dubbi, gli scienziati sono convinti sempre più del ruolo importante degli antiossidanti sulla salute generale e come preventivo per molte malattie, non ultima appunto, il tanto temuto cancro al seno.

Mangiare piccole quantità di noci può può giovare nei casi di ipercolesterolemia, è quanto si scopre dal risultato di uno studio condotto presso un istituto di ricerca di Barcellona (Institut d’Investigacions Biomèdiques August Pi i Sunyer) che spiega l’effetto benefico delle noci sui livelli di colesterolo e quindi sulle cardiopatie. La noce è ricca di tannini, di vitamina C, acido citrico, malico, oli essenziali, di acido caffeico e quercetina, ma il suo segreto sta sopratutto e come già citato, nell’arginina, un aminoacido che aiuta a proteggere le arterie.
Diversi studi medici hanno rilevato che il consumo di noci potrebbe diminuire il rischio di contrarre malattie cardiache. Questo non è però spiegabile solo abbassando il colesterolo, perché anche la funzionalità endoteliale (la capacità del vaso arterioso di dilatarsi) è estremamente implicata in questa patologia. I ricercatori hanno voluto perciò valutare gli effetti di alcune sostanze presenti nelle noci studiando per un certo periodo persone che seguivano la dieta mediterranea per poi passare a quella comprendente le noci e viceversa. Molti i parametri studiati, ma i due principali furono la colesterolemia e la funzionalità endoteliale. L’endotelio è importante perché quanto maggiore è la sua funzionalità tanto minore è il rischio di occludere i vasi e di rendere meno elastica l’arteria. Alla conclusione della sperimentazione si è notato che se anche la dieta mediterranea svolgeva un ruolo protettivo, l’aggiunta delle noci faceva la differenza soprattutto nel miglioramento della dilatazione delle arterie dovuta all’endotelio, e nei livelli del colesterolo LDL (“cattivo”).
Insomma, mangiare le noci (circa 30 grammi al giorno) aggiungendole alla dieta mediterranea presenta un vantaggio in più, perché migliora il funzionamento dei vasi e delle coronarie e perciò aiuta il nostro cuore.

 

In Erboristeria

In erboristeria e in fitoterapia, al noce vengono riconosciute proprietà toniche, antisettiche e cicatrizzanti ma anche digestive, decongestionanti e astringenti intestinali, contro le diarree e le dissenterie. Inoltre stimola l’ attività pancreatica ed epatica migliorandone le funzioni.

I GEMMODERIVATI, conosciuti anche come Macerati glicerinati (MG) o Meristemoderivati, sono macerazioni idrogliceroalcoliche ottenute da giovani tessuti vegetali allo stadio iniziale di sviluppo, raccolti allo stato spontaneo in territori ecologicamente non degradati o provenienti da coltivazioni biologiche. Le parti utilizzate possono essere a seconda delle piante: gemme (in grande prevalenza), radichette, germogli, linfa; appena prelevate vengono accuratamente controllate e avviate alla fase di estrazione con una solvente acqua, alcol, glicerina. Il fitoderivato ottenuto contiene tutti i principi attivi caratteristici dei meristemi ed esplica nel modo più efficace le loro complesse attività salutistiche. Per Juglans regia L. il macerato glicerinato risulta essere: antinfettivo e antinfiammatorio della cute e delle mucose, agisce bene sul colesterolo (abbassando i livelli di "LDL"), riduce l'ipergammaglobulinemia, agisce sulle cellule epatiche e sulle plasmacellule. Ha proprietà eudermica, antisettica e antiinfiammatoria.

Le indicazioni conosciute sono: Acne, Dermopatie pustolose, Ulcerazioni, Eczemi infetti, eczemi impetiginizzati, impetigini, piodermiti e tutte le eruzioni impetiginose (con Macerato glicerico di Ulmus campestris), Micosi, Iperidrosi, Processi suppurativi mucosi recipanti (tracheobronchiti, otiti, salpingiti, cistopieliti), Meteorismo, Diarrea conseguente a trattamenti antibiotici, Pancreatite cronica e insufficienza pancreatica. Il Dott. Rossi che con il prof. Piterà risulta essere uno dei massimi esperti italiani in materia di gemmoterapici considera Juglans regia L. valido per tutte le affezioni suppurative del derma.

L'utilizzo del gemmoderivato standard: 50 gocce, 2 volte al dì, oppure 70 gocce in unica somministrazione, se associato ad altri gemmoderivati.

Sinergie: Alnus incana, eczemi umisi (iperidrosi), Ribes nigrum (processi suppurativi), Ulmus campestris (acne), Vaccinium vitis idaea (diarrea).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FOGLIE, CORTECCIA E MALLO DI NOCE

 

Meno conosciuto è l’uso delle foglie di noce per via interna sottoforma di decotto come antisettico e astringente nelle disbiosi intestinali e nelle diarree. Le foglie di noce sono impiegate localmente per la loro azione astringente e antimicrobica. Contengono vitamina C, un olio essenziale (pinene, limonene, cariofillene, ecc…), flavonoidi, juglone e idrojuglone che svolgono azione antibiotica e antimicotica, e soprattutto tannini ad azione astringente, antisettica, emostatica e antinfiammatoria. Il decotto di foglie per uso esterno è impiegato per i problemi cutanei (infiammazioni, dermatosi, eczemi, geloni...) congiuntamente a Bardana ed Equiseto. Nell’uso popolare ad esempio,  le foglie di noce sono sempre state usate per la cura degli arrossamenti da pannolino nei bambini: cicatrizzano e disinfettano contemporaneamente.
Sempre nella tradizione popolare, le foglie di noce in idrolito, assunte per via orale (infuso, decotto, tisana), sono ancora ritenute utili nelle malattie del ricambio, quali diabete, gotta e obesità; sono inoltre conosciute per favorire la diuresi, stimolare la funzione pancreatica ed epatica risultando quindi un buon aiuto per ridurre il senso di pesantezza. Le foglie di noce sono anche impiegate nelle affezioni reumatiche e nel rachitismo. foglie di noce esercitano una blanda azione stomachica, ipoglicemizzante, astringente e antiemorragica. In esperimenti sugli animali lo juglone (principio attivo presente anche nelle foglie) ha rivelato in alcuni casi anche proprietà antitumorali.


Anche la corteccia dei rami è curativa: in decotto al 4% viene utilizzata da secoli come astringente e vermifugo.

 

Il mallo, o scorza esterna al guscio, è molto ricco di tannini e di vitamina C (quando è ancora verde). Il succo fresco veniva utilizzato come astringente e antilinfatico alla dose di 2-3 cucchiaini al giorno. Per via esterna, sulla pelle come cicatrizzante cutaneo, protettivo e antiustione solare, nonché abbronzante (soprattutto l’olio).
Il decotto del mallo di noce era un tempo frequentemente utilizzato per tingere i capelli, ma ancor oggi l' "Hennè" color castano scuro che si trova in Erboristeria ha come principale componente il mallo di noce.

 

N.B. Queste indicazioni sono da intendersi solo come suggerimenti generali tratti dalla vasta bibliografia erboristica e scientifica a disposizione e dall'esperienza e tradizione della conoscenza in materia. E non vogliono sostituirsi alla diagnosi del medico, che si consiglia di consultare sempre, prima dell'assunzione di qualunque rimedio, soprattutto in presenza di patologie o disturbi per i quali si stiano assumendo altri rimedi o farmaci.

IL "NOCINO"

Questo è solo un altro piccolo aspetto del Noce, un ulteriore...assaggio.

 

Le origini del liquore sono incerte. Si sa che esistono versioni di liquore di noci in molti paesi europei, dall'Italia, agli Urali, all'Inghilterra. Documenti romani antichi riportano che i Picti, cioè i Britanni, si radunassero nella notte di mezza estate e bevessero da uno stesso calice uno scuro liquore di noce. Successive fonti riportano che tra i francesi era in uso un "liqueur de brou de noix" o "ratafià" di mallo.

Probabilmente dalla Francia fece il suo ingresso in Italia, diffondendosi prima nella zona del Sassello e poi nel Modenese. Il noce mantenne sempre un alone di leggenda, legato alla presenza di streghe e incantesimi, che si comunicò alla preparazione del liquore. Tradizionalmente, infatti, le noci venivano raccolte nella notte di San Giovanni dalla donna più esperta nella preparazione che, salita sull'albero a piedi scalzi, staccava solo le noci migliori a mano e senza intaccarne la buccia.

Lasciate alla rugiada notturna per l'intera nottata, si mettevano in infusione il giorno dopo. La loro preparazione terminava la vigilia di Ognissanti, cioè la notte del 31 ottobre. Nella raccolta la tradizione chiede di non usare attrezzi di ferro. Il metallo, infatti, intaccherebbe le proprietà delle piante officinali. È un fatto che i vegetali tagliati con lama di metallo ossidano prima e appassiscono più in fretta di quelli tagliati, ad esempio, con una lama di ceramica. L'usanza è comunque molto antica e già i druidi la seguivano cogliendo il vischio con un falcetto d'oro.

 

Ricetta tradizionale per il liquore "Nocino" che si fa quindi con le noci verdi raccolte a San Giovanni (fine giugno):
"35 noci (alcuni mettono solo il mallo, altri tutto) 1 l. di alcol 800 g. di zucchero 700 di acqua 6 chiodi di garofano mezza stecca di cannella scorza di limone........ si dividono i malli in quattro si mettono in un vaso trasparente con l'alcol, la cannella, i chiodi di garofano e la scorza di limone, e si tiene al sole per un mese agitandolo ogni tanto, poi si filtra e si aggiunge zucchero e acqua. Imbottigliato si lascia al buio per almeno sei mesi-un anno e poi si "brinda".


Ricetta similare:
1 l Alcol
22 Noci (raccolte il 24 giugno)
2g di cannella
9 chiodi di garofano
scorza di un limone
1 noce moscata
600g di zucchero
400 cl. circa di acqua
"In un capiente vaso di vetro, mettiamo le noci intere, e lasciamole macerare nell'alcool assieme ai chiodi di garofano e la scorza di limone per 40giorni, possibilmente in un posto soleggiato, agitando il vaso energicamente di tanto in tanto.
Trascorsi i 40giorni, in una pentola mettiamo a cuocere a fuoco lento l'acqua versiamo lo zucchero e mescoliamo per far sciogliere lo zucchero. Mentre ancora caldo, aggiungiamo l'alcool del vaso di vetro lasciato per 40giorni con le noci immerse dentro e la noce moscata tritata. Lasciamo raffreddare, filtriamo adoperando ad esempio un colino e assaggiamo. Se lo troviamo un pò lento, aggiungiamo senza esagerare, un altro poco di alcool. Versiamo in una bottiglia ed è pronto all'uso."

Ricordiamo che il "Nocino" , che risulta ricco di acido gallico, alla fine del procedimento deve risultare
denso, bruno brillante, limpido, con sentori e profumi di noce intensi e persistenti. Il liquore a base di mallo di noce ha più che altro un uso finalizzato ad una migliore digestione. Un bicchierino dopo pranzo o cena perciò, aiuta la digestione, sempre che non abbiate ingurgitato esageratamente, però.
A Spilamberto in provincia di Modena esiste dal 1978 l'associazione Ordine del Nocino Modenese che ha lo scopo di organizzare, promuovere e sostenere iniziative e manifestazioni atte a tutelare, valorizzare e diffondere l'antica tradizione del nocino. In origine l'Ordine era formato da sole donne, ed anche oggi, pur con qualche concessione alla parità dei diritti, la maggioranza del Consiglio è formato da donne. Questo per ricordare le origini del nocino, legate soprattutto alle "rezdore", che nelle case contadine erano le depositarie della tradizione della produzione di questo liquore.

 

 

 

 

FIORI DI BACH

Estratto Floreale n.33 – Walnut -Noce

Juglans regia L. (noce): I fiori del noce sono di colore verde. Quelli maschili appaiono prima e quelli femminili più tardi, insieme alle foglie, in primavera. In fitoterapia si preparano con il metodo dell'infusione o della bollitura dei fiori femminili, prendendo un ramo giovane con alcune foglie colte da più alberi, possibilmente dal lato sud dell’albero.

Cosa cura: Scarsa capacità di adeguarsi ai cambiamenti, sensibilità alle influenze esterne. Quando ad esempio si è in una fase di cambiamento, per facilitare il passaggio dal vecchio al nuovo. Anche per chi soffre di meteoropatia (sintomi legati a fattori meteorologici). L'assunzione di Noce-Walnut è consigliata quando si vive un: cambiamento, trasloco, cambio scuola, lavoro ecc. Poichè facilita l'adattamento e permette di scoprire all'utilizzatore nuove risorse per vivere con maggiore serenità la nuova situazione. E' anche utile per coloro che sono estremamente sensibili e risentono delle tensioni dell'ambiente circostante, che tendono ad assimilare e a fare proprie.

Caratteristica positiva saliente che produce Walnut-Noce: Protezione, flessibilità ed accettazione del nuovo

Definizione del Fiore di Bach Noce (Walnut) da parte dello stesso Dott. Edward Bach:
"Per coloro che nella vita hanno ambizioni e ideali ben precisi e li realizzano; qualche rara volta, tuttavia, l'entusiasmo, le convinzioni, le forti opinioni altrui possono distoglierli dalle loro idee e dai loro obiettivi. Il rimedio procura costanza e protezione da influenze esterne'

I "Fiori dui Bach" migliori sono quelli prodotti utilizzando esclusivamente fiori da piante fresche spontanee, selvatiche, provenienti da zone incontaminate e che rispettano il metodo di preparazione stabilito dal Dott. Edward Bach all'inizio del '900. Fra le altre cose l'acqua utilizzata per i fiori di Bach, 20 sono le infusioni solari e 18 per le decozioni con il metodo della bollitura, deve provenire di preferenza da sorgenti poco distanti dal luogo di raccolta dei fiori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Cambiamento

"Il noce emana un odore particolare, sgradevole per insetti e animali. Odore che si manifesta con maggior forza nel periodo in cui le foglie nuove della pianta stanno nascendo, e in chiave simbolica la nascita si esprime come novità, crescita, cambiamento (da cui deriva anche un nuovo modello mentale), e che libera dalle influenze esterne. Il seme morbido, diviso in due parti, ha la forma del cervello, ed è racchiuso in un guscio legnoso, robusto, come una scatola cranica."

Il "Cambiamento" è un momento critico per ognuno, ecco i pensieri positivi che porta il rimedio floreale di Bach Noce (Walnut): "Vivo la mia vita senza condizionamenti, agisco in libertà e serenità, sono sicuro di me stesso di ciò che voglio e di come ottenerlo, allento i legami troppo stretti e vivo la mia vita, accetto con tranquillità i cambiamenti del mio fisico non mi lascio influenzare da chi mi sta vicino, spezzo le catene che mi legano al passato, trovo la forza per raggiungere le mie mete"
La Guarigione con il rimedio floreale di Bach Noce (Walnut): "Permette di accettare serenamente gli inevitabili cambiamenti per trasformarli in nuove opportunità di vita. Ci si libera dalle influenze negative, dalle convenzioni, dai pregiudizi che si oppongono alla realizzazione del percorso

intrapreso. Si acquista l'indipendenza emotiva. Si diventa pioniere e promotore di ideali e di pensieri, con fedeltà a se stesso. Si è protetti nei cambiamenti, ci si sente sicuri ed ogni nuova fase è vissuta con facilità."
RIASSUMENDO il fiore di Bach Walnut-Noce agisce per aiutare, per favorire qualsiasi genere di cambiamento:

  • Menopausa

  • Ipersensibili ai cambiamenti

  • Fasi di cambiamento

  • Pubertà

  • Influenzabile

  • Dentizione

  • Incostanza

 

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